È proprio questo che sono le mie fotografie, sono pensieri che si riflettono su di me e su quello che mi sta davanti.
“Insomma, ci sono sempre state delle stazioni di metrò nella mia vita scolastica, professionale, familiare. Posso render conto di questo stato civile in termini precisi, un po’ disincarnati, come quelli che si utilizzano in un curriculum vitae”.
È con questa frase tratta dal romanzo autobiografico Un etnologo nel metrò, di Marc Augé, che mi sono rivista nel mio quotidiano.
Il treno, il finestrino, il momento in cui ci si siede e mi ci perdo dentro, per poi arrivare alla stazione di arrivo per esserne inghiottita. Ed è li che tutto comincia, tra la confusione della città ti dividi in 3.
Poi torna il momento in cui il mezzo di trasporto torna ad accompagnare i miei pensieri, più rarefatti. Riflettendosi sul paesaggio che mi sta di fronte in attesa di condurmi nella mia stanza in compagnia dei miei sogni.

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La prima e l’ultima sono spettacolari,complimenti!
Lomo fisheye o sbaglio? Ciao ciao
un viaggio all’indietro nel tempo dalla fluida realta’ la velocita’ ti sdoppia e ti riflette catapultandoti in una vitrea radura di anni passati fino ad addormentarti avvolta dalla luna
trasmetti pensieri.
quelli del tempo per noi, quelli che corrono veloci come le luci che scorrono fuori dal finestrino. quelli del silenzio, quelli del coas. quelli che trovi solo su un treno. mi piace.
belle molto le foto sonia..
quella in cui dormi è la mia preferita perchè sembri in un’ampolla dei pesci…
bellissime foto..complimenti davvero!